Fin da quando, a maggio, La Polveriera
ha aperto gli spazi di Sant'Apollonia, le istituzioni hanno preso
subito una posizione chiara: questi locali dovevano rimanere chiusi.
Di fatti la linea scelta a caldo dal DSU è stata di sigillare
maldestramente l'ingresso con qualche trave improvvisata e niente
più.
Allora, come nel decennio precedente, i
rapporti col DSU erano praticamente inesistenti. I collettivi
universitari, in particolar modo quelli presenti nel centro storico,
per anni hanno portato avanti la vertenza sul plesso di
Sant'Apollonia, sia sul servizio della mensa, sia sullo stato di
abbandono dell'intero chiostro ma tutto ciò che è stato ottenuto è
stato rendersi conto della disarmante incapacità per le istituzioni
di concepire un progetto concreto che potes
se avere come finalità la
rinascita di questo luogo.
Le motivazioni di allora sono le
medesime del presente: un servizio di ristorazione funzionale, la
necessità di aule studio a disposizione degli studenti e la
riqualificazione di un patrimonio culturale abbandonato a sé stesso.
Le uniche risposte ci sono state solo
negli ultimi anni: il cambio di appalto gestionale della mensa con
relativa ristrutturazione dei locali interessati, che ha causato
grossi disagi al servizio per almeno un anno intero e proponendo un
risultato che di migliorativo ha poco o nulla, e l'apertura di una
misera aula studio al piano terra riempita con una trentina di sedie.
In breve, un vero dialogo, se non
limitato, tramite le rappresentanze studentesche, non c'è mai stato
fino all'apertura di questi spazi.
Passando all'azione, abbiamo pensato
che la soluzione migliore fosse mettere le istituzioni davanti al
fatto compiuto: La Polveriera è aperta e si adopera dove voi finora
non avete potuto e voluto.
All'inizio dello scorso ottobre abbiamo
inviato una mail alle personalità che ritenevamo dovessero
interessarsi alla situazione di Sant'Apollonia per intavolare insieme
un dialogo. I destinatari sono stati: il direttore del DSU, il
presidente della Regione Toscana, il rettore dell'Ateneo fiorentino e
il presidente del comitato di quartiere Q1.
Fra il silenzio del rettore e la lavata
di mani del presidente del comitato di quartiere, che letteralmente
ha dichiarato di non essere “il soggetto deputato ad intervenire”,
dopo un mese abbiamo ricevuto una risposta dall'assessorato
all'istruzione in cui, sollecitato dalla segreteria della presidenza
della regione, si chiedeva un incontro con l'Assemblea occupante.
Fra convocazioni, rinvii e incontri
ufficiosi si è creato un dialogo che può essere riassunto nei
seguenti punti:
1- il DSU ha intenzione di presentare
un progetto di riqualifica del plesso alla Regione in modo tale da
garantirsi il passaggio di proprietà dal Demanio;
2- la riqualifica consiste in un
ampliamento della mensa, spostamento degli uffici DSU nel plesso,
creazione di sportelli front-office per le relazioni con gli
studenti, l'adeguamento di un locale ad aula studio e
nell'eventualità di poter aver disponibile l'intero plesso (da
notare bene: l'utilizzo degli spazi del plesso è spezzettato fra
regione, l'ex circolo degli ufficiali e la Fondazione Toscana
Spettacolo) anche la creazione di alloggi studenteschi;
3- in tutto ciò la Polveriera non ha
modo di esistere, né come realtà (in quanto non riconosciuta
giuridicamente) né come spazio (in quanto da subito ci hanno
comunicato che questi locali non godono dell'agibilità), quindi deve
chiudere.
Come atto di fiducia alla loro
intenzione di iniziare seriamente questo progetto, l'Assemblea aveva
deciso di chiudere temporaneamente le stanze al pubblico e
collaborare al progetto a patto che si prendessero in considerazione
alcune questioni, come: la necessità di un luogo in cui la vita
studentesca possa articolarsi in uno spazio che permetta cultura e
socialità, prendendo esempio anche da altre realtà nazionali dove
la gestione di alcuni spazi del DSU è affidata direttamente agli
studenti; la necessità di pensare seriamente ad una
internalizzazione del servizio mensa e di valutare la collaborazione
con realtà locali autonome specializzate nel recupero degli spazi
prima di aprire bandi e concedere soldi a enti privati per la
riqualifica.
Tutto è rimasto in sospeso così, in
attesa di nuovi aggiornamenti che sarebbero giunti con l'inizio del
nuovo anno.
E le novità sono giunte.
L'unico problema è che non sono state
delle vere novità: a quanto pare la nuova amministrazione (sia del
DSU che dell'Assessorato) ignorava l'esistenza di una pratica tra
Regione e Demanio sul plesso di Sant'Apollonia già dal 2011 e
arenata col cambio di guardia.
L'esistenza di questa pratica, che in
parole spicciole è un progetto che cerca semplicemente di definire
ufficialmente l'odierna lottizzazione e mal gestione del plesso,
motivi per cui i collettivi universitari si sono sempre interessati
alla causa, rende totalmente vano ogni dialogo instaurato negli
ultimi due mesi perché annullarla significherebbe ripartire da capo.
Qualcuno paragonerebbe una situazione
del genere al gioco delle tre carte. Come è possibile che gli
assessori Bobbio e Nocentini non sapessero di questa pratica? Cosa
significa che non si può ripartire da capo quando già era stata
manifestata (anche se solo verbalmente) l'intenzione di lavorare su
questo nuovo progetto? Perché portare avanti un vecchio progetto
finora fallimentare trasformando un luogo pubblico e potenzialmente
vivace in una sede di sterili uffici?
Un pensatore malizioso riflettendo su
questi fattori li considererebbe semplice fumo negli occhi, atto a
garantire la perseveranza dell'istituzione a continuare
progressivamente sulla strada percorsa nell'ultimo decennio:
svalutare l'intero plesso, svuotarlo dalla vita studentesca e portare
avanti senza complicazioni un progetto speculativo che possa
permettere al miglior offerente una radicale trasformazione del luogo
e della sua funzione, togliendolo illegittimamente al diritto allo
studio e al quartiere, in nome della nuova politica economica
cittadina.
Per questo siamo qui e per questo
riteniamo che la gestione degli spazi pubblici, di questo spazio,
debba essere costruita quotidianamente dal basso, dagli studenti e
dai cittadini stessi, attraverso percorsi partecipati e democratici.
---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Qui potete trovare l'invito all'incontro con gli assessori e il presidente della regione toscana che abbiamo indetto per il 14 febbraio a seguito dell'assemblea che si è svolta lo scorso 31 gennaio:
DIRITTO ALLO STUDIO, DIRITTO ALLA CITTA'
---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Qui potete trovare l'invito all'incontro con gli assessori e il presidente della regione toscana che abbiamo indetto per il 14 febbraio a seguito dell'assemblea che si è svolta lo scorso 31 gennaio:
DIRITTO ALLO STUDIO, DIRITTO ALLA CITTA'
Nessun commento:
Posta un commento