Cogliendo l'invito della Casa Rossa Occupata, occupazione presente
a Massa da 4 anni (link), ci siamo resi disponibili ad organizzare a
Firenze il secondo appuntamento della cosiddetta “assemblea
antagonista toscana”, ovvero un'assemblea composta da tutte quelle
realtà toscane che hanno aderito all'appello della CRO (qui link) e
che si pone l'ambizione di rispondere ad una necessità oggettiva per
chi oggi lotta contro le avversità del sistema (povertà,
disuguaglianza, razzismo...) e la repressione padronale
(licenziamenti, denunce, squadrismo fascista...), ovvero quella di
coordinarsi e supportarsi.
L'appello insisteva molto sulla necessità di ripartire collegando
chi nei territori lotta in maniera autorganizzata, riconoscendo le
difficoltà storiche di perseguire esperienze ricompositive andando
oltre le differenze di “area” di appartenenza. Proprio per questo
il livello della partecipazione alla prima assemblea è stato più
che positivo: più che la volontà di unirsi a prescindere c'è stata
una disponibilità all'ascolto reciproco ed il riferimento ad una
fase drammatica per milioni di persone.
Il neoliberismo oggi non è solo dominante, ma è teoria del
pensiero unico. Il capitale finanziario, “i mercati” da
rassicurare, rappresenta quella mano invisibile che governa
l'economia. Ma questa mano invisibile ha nomi e cognomi, e sedi
fiscali in paradisi del fisco.
Oggi nel nostro territorio, la Toscana, questo modello di sviluppo
dominato dalla ricerca del profitto ad ogni costo è organizzato nel
Partito Democratico, che ben prima dell'approdo di Renzi alla
Presidenza del Consiglio -ma che con lui ha subito un'accelerazione
in tal senso- ha stabilito un laboratorio sperimentale nella nostra
Regione e nella vicina Emilia Romagna.
Un laboratorio di governo in primo luogo di gestione delle
risorse, in senso corporativista ed aziendalista. Sanità, scuole,
asili, casa, spazi e beni pubblici, ma anche ambiente e lavoro, sono i
terreni di scontro più acre fra i diritti delle persone e gli
interessi del capitale.
Ma anche un governo del consenso, mostrando un partito che si fa
burocrazia europea e che declina capillarmente la narrazione
neoliberista della necessità di certe politiche di sacrifici ed
austerità, affidando app.
Ecco, noi a partire dall'opposizione a tutto questo rilanciamo il
secondo appuntamento toscano, affinché si costituisca una rete
resistente, solidale e conflittuale che a partire dai ragionamenti e
dalle pratiche condivise sappia darsi una strategia oltre al livello
immediatamente locale, colpendo il PD e gli interessi padronali dove
più lo riterremo efficace.
Abbiamo parlato di istruzione, casa, sanità, diritto agli spazi, ma anche di lavoro e delle politiche guerrafondaie dell'Unione Europea nello scacchiere imperialista internazionale, che oggi ci colpiscono solo indirettamente, ma che portano nelle nostre città centinaia di migranti, gestiti dallo Stato e dalla UE come merci sulle quali far profitto o utilizzati come merci di scambio, appunto, per altri fini, durante le trattative europee.
Abbiamo parlato di istruzione, casa, sanità, diritto agli spazi, ma anche di lavoro e delle politiche guerrafondaie dell'Unione Europea nello scacchiere imperialista internazionale, che oggi ci colpiscono solo indirettamente, ma che portano nelle nostre città centinaia di migranti, gestiti dallo Stato e dalla UE come merci sulle quali far profitto o utilizzati come merci di scambio, appunto, per altri fini, durante le trattative europee.
Anche a partire dalle nostre pratiche quotidiane, sul territorio
toscano esistono invece esempi concreti e radicalmente alternativi di
affrontare l'aumento di immigrazione, spesso transitoria, sui nostri
territori.
Ognuna delle realtà intervenute ha descritto le proprie lotte,
auspicando una maggiore comunicazione fra realtà territorialmente
così vicine, sia dal punto di vista pratico (reciproco sostegno in
caso di bisogno), sia da quello teorico (maggiore condivisione di
idee, di approfondimenti, di conoscenze e di pratiche), insistendo
comunque sull'eterogeneità come valore e non come ostacolo.
Con questo appello vogliamo quindi rilanciare le proposte emerse
fin'ora:
- individuare già nel terreno del referendum un primo banco di
prova per approfondire un discorso comune
- organizzare incontri seminariali e di reciproca conoscenza
nelle città che hanno una particolare esperienza su un tema
- realizzare strumenti di comunicazione virtuale e di raccordo
fra le varie realtà. Il gruppo e la mailing list sono già in
creazione quindi chiediamo ad ogni realtà di lasciarci contatti fb
o indirizzi mail.
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