Nell'era
della mercificazione globale, gli amministratori si arrendono al
diktat neoliberista: "Il bene di tutti nelle mani di pochi".
E così città e territorio vengono usati per far cassa. Firenze è
in saldo: il sindaco si traveste da piazzista per mercanteggiare e
promuovere immobili pubblici e privati alle fiere della speculazione
immobiliare.
La
lista degli edifici in vendita si allunga di giorno in giorno, di
delibera in delibera.
"Cassa
Depositi Prestiti" compra e rivende agli amici del rottamatore,
che ci speculano.
La
Città metropolitana – ex Provincia – presieduta dallo stesso
Nardella, mette all'incanto la sede della Questura e la caserma dei
pompieri di via La Farina.
Il
Demanio smette le caserme.
Le
Ferrovie vendono la Leopolda e il "sindaco/mercante in fiera",
per l'occasione, cambia verso e si affretta ad acquistare l'edificio
simbolo del renzismo galoppante.
La
Regione Toscana non è da meno: Rossi si allinea e appende il
cartello "Vendesi" su villa Fabbricotti, palazzo Bastogi,
villa Basilewsky.
Nei
centri storici desertificati e nelle periferie, la riappropriazione
di aree di proprietà pubblica, vuote o in dismissione, è invece
garanzia di rigenerazione urbana e sociale, di inveramento di
pratiche dal "basso" e di sperimentazione di autogoverno e
autogestione del bene comune.
Fuori i
beni comuni dal Mercato!
Riuso
sociale delle aree dismesse e dei beni pubblici !
La
Polveriera e CSA nEXt Emerson
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